L’UOMO È UN ESSERE DIVINO PER DIRITTO DI CREAZIONE. 

L’uomo è un essere divino per diritto di creazione.
Il corpo è un territorio sacro, perché pensato per contenere l’anima, e in quanto tale, chiede di essere rispettato nei bisogni che lo caratterizzano.

PREFAZIONE DELL'AUTORE

Il metodo TIY

Il genere umano vive un momento della sua storia molto difficile e complesso, in cui regna un’indefinibile atmosfera satura di violenza e confusione. Il benessere, la felicità, la gioia, la serenità e tutti i più comuni sentimenti di benestanza, sono oscurati da un indefinibile senso di angoscia che sottilmente tormenta i nostri cuori. Si ha la netta sensazione che manchi la pace: sia dentro di noi, nelle famiglie e nei luoghi abituali di vita; sia al di fuori di noi, nella vita comunitaria che unisce gli uomini dei quattro angoli della terra. 

Quel malessere non si esaurisce con la remissione delle diverse malattie che ogni tanto colpiscono il corpo, ma rimane come un sottile disagio che si appropria della nostra serenità senza un motivo apparente. Nel periodo attuale, siamo testimoni di una proliferazione dei disturbi della mente e del comportamento: ansie, depressioni, ossessioni, fobie, alterazioni del comportamento, compulsioni, sindromi da disadattamento, schizofrenie, e alterazioni emotive di diversa natura. 

Sono tristi realtà di tanta gente ormai. Anche molti di coloro che non manifestano apertamente tali difficoltà, nella loro discreta intimità, soffrono simili disagi. Così ci rivolgiamo al medico per trovare una cura, sottoponendoci a esami esplorativi che oggi sono sempre più minuziosi e accurati; in seguito, sempre consigliati dal medico, assumiamo i giusti farmaci per risolvere il problema. Ma il problema il più delle volte non si risolve. Questo accade sempre più spesso ormai, gettandoci nello sconforto. 

Perché succede? Perché non si guarisce? Non possiamo certo imputare la colpa al medico, oggi sempre più preparato e scrupoloso; né possiamo dare la colpa alla medicina o al farmaco, il quale agisce con una logica di efficacia facilmente dimostrabile. Di chiunque sia la colpa, sempre che ce ne sia una, l’unica cosa certa è che il male che ci aggredisce forse si allevia, magari si trasforma, ma non passa. Se questo delicato passaggio lo applicate ad ogni settore della vostra realtà, capirete che il male di cui parlo è molto più di una manifestazione di sintomi, ma un malessere di vita che colpisce ogni settore della nostra esistenza, determinando emozioni talmente profonde e durature, da diventare stati d’animo.
Nell’ambito di un contesto diretto e ben definito, l’uomo e la malattia appartengono a una retta immaginaria, in rapporto di dipendenza diretta, nella quale l’uno esprime un linguaggio che identifica l’altra. Un osservatore attento e preparato, non può evitare di leggere nell’uomo il segnale della malattia, cioè il messaggio che essa comunica per essere individuata. Un lettore aperto e più illuminato invece, con la consapevolezza di questo tempo, non può esimersi dal riconoscere nella malattia anche il significato che l’accompagna, che oltre a dare un senso all’evento, comunica la variazione dinamica di uno stato evolutivo o involutivo dell’essere umano che ne soffre. 

Le attuali generazioni, che avanzano con lo sguardo rivolto al futuro e la poca propensione a osservare il passato, così ricco di millenaria esperienza e d’insegnamenti utili per la comprensione del significato della vita, intridono il rapporto uomo/malattia di nuove regole sociali e morali, che conseguono ai loro rinnovati costumi. Così, mentre una parte del genere umano è decisamente orientata verso l’espansione dello spirito, e vota la propria esistenza alla ricerca e alla comprensione della verità, un’altra parte rimane passiva a osservare, astenendosi dal partecipare a quella poderosa azione spirituale. Questi ultimi, favorendo la soddisfazione della sola materia e quindi obbedendo alle regole che la caratterizzano, usualmente emergono, ricoprendo le posizioni sociali più dominanti, nel volontario tentativo di ottenere il massimo profitto da sé stessi e dalle opportunità offerte dal mondo. Vivendo il ciclo biologico della natura, che consta di un’ascesa verso l’apice e di un declino verso la fine dell’esistenza, essi splendono di fatue luci che si esauriscono in fretta, tanto quanto l’illusione del breve tempo della vita, ignare di vivere il nascosto inganno in danno dello spirito. Questa parte di generazione, essendo ottusa ai segnali di cambiamento collettivo, partecipa inconsapevole a un inesorabile processo involutivo, che si contrappone al flusso di chi invece desidera crescere spiritualmente. 

È una vera opposizione d’intenti che si affronta sul campo della vita, la quale chiede moltissimo a coloro che, in nome della fede, sono chiamati a superare l’oggettività innegabile della realtà visibile, per credere e sperare in una verità solo spirituale.
In questo panorama, invero poco invitante per chi ha scelto il cammino dello spirito, il richiamo della nostra essenza più elevata, esclusa dalla sopraffazione delle esigenze della carne, è diventato ormai un imperioso grido di allarme che raggiunge ognuno di noi. Nessuno escluso. Quel segnale è la voce del pastore che richiama il suo gregge, per avvertirlo del pericolo di essere fuorviati verso terre lontane e ostili, dove la Sua voce rassicurante non può essere udita. È un importante monito che nasce dalle profondità più recondite del cuore, laddove dimora l’anima, vero traguardo della vita, che esclusa, mortificata, ferita e vilipesa, chiede di essere ascoltata. Lo spirito, non alimentato dalla linfa della fede, è soffocato dall’indifferenza, ed esprime il proprio disagio con segnali sempre più forti, fino a essere costretto a trasmettere un messaggio visibile e inequivocabile.
Spesso quel messaggio è contenuto nella malattia. 

Non è inusuale che il mondo si rivolti contro sé stesso e i suoi ospiti, aggredendo il genere umano con epidemie e pandemie dall’origine sconosciuta. 

Accade sin dalla notte dei tempi. L’uomo e la malattia, quindi, sono legati indissolubilmente, come due facce di una stessa moneta.
In tale ottica non è importante la natura scientifica dell’infermità, ma il significato intrinseco che essa reca con sé: un messaggio di richiamo all’ordine spirituale. Per questo l’uomo non sconfiggerà mai il male che aggredisce le sue carni, perché quell’asse immaginario di cui parlavamo prima è un custode attento, capace di modificarsi affinché sia garantita l’integrità che conserva tale relazione. Quella retta, infatti, è investita di un compito ben preciso che supera la nostra comprensione della realtà umana, perché ci invita a considerare una realtà superiore che esiste, ha delle esigenze spirituali da soddisfare, e chiede precise garanzie di sopravvivenza. Il degrado morale collettivo è il segnale che attiva quel rapporto, la cui origine, ripeto, è sempre spirituale. 

Il messaggio del morbo che si diffonde non è compreso dai più, perché seppur colpisce i nostri corpi, è ai nostri spiriti che si rivolge. 

È come se qualcuno, nel tentativo di svegliare le coscienze intorpidite, ridondasse lo stesso comunicato: “Non è importante la vita del corpo che combatte e vince la morte della carne; ma l’anima viva nello spirito, che combatte e vince per evitare la propria caduta irreversibile, che significa morte alla luce di Dio”.
È un concetto di salute difficile da accettare, lo capisco benissimo, ma il corpo per lo spirito è principalmente uno strumento, ossia un mezzo animato da un fine. È quest’ultimo il più importante, cioè l’obiettivo per il quale l’essere umano, fatto di carne e sangue, esiste: la sua missione di vita!

In questo complesso scenario collettivo, il TIY è uno strumento di consapevolezza non solo concettuale, ma altamente operativo, che oppone il principio di verità all’inganno ordito in danno dell’uomo. Esso nasce come un sistema di tecniche linguistiche e comportamentali, che intervengono per affrontare quegli elementi condizionanti che riducono il potenziale umano, agendo sul piano spirituale che è all’origine di ogni male. Non è solo un principio puramente teorico, ma un insieme di tecniche ben precise e circostanziate, che affrontano il male spirituale che è in ogni male fisico. L’anima esiste, vive, pulsa e concorre alla realizzazione del più grande evento di salute che ci riguarda: la realizzazione del nostro progetto di vita. In lei è custodito il segreto della nostra missione in terra, ed è sempre lei che ci preserva dalla caduta vera, quella senza ritorno che conduce verso un abisso che non ha fine. 

Questo è il motivo per cui la remissione delle infermità prende il nome di salvezza, e la salute e la malattia, diventano le eterne rivali di una battaglia senza inizio né fine, in cui le parti sono le antagoniste di sempre: il bene e il male. 

Le forze in gioco sono come veri e propri schieramenti in cui sono messe in atto le rispettive strategie. Lo scopo di chi attacca è la caduta, l’ottenebramento, la disperazione e la perdizione. Per fare ciò essi colpiscono dove l’individuo è più debole: nella mente, nelle paure, o a volte direttamente nel cuore. Ciò produce nel piano fisico una sensazione di malessere indefinito, che si traduce in malattie della mente e del corpo, che perseguono lo scopo di disperarci, avvilirci, umiliarci e limitare il nostro potenziale. Ogni strategia è lecita pur di portarci verso quel degrado che disperde la nostra integrità. L’obiettivo di tali forze spirituali è avanzare e prendere spazio; questo perché la malattia si esprime con la possessione graduale e sistematica del corpo, ma con lo scopo ultimo di possederne l’anima. 

Rivolgo a voi la domanda che inizialmente ho posto a me stesso: perché il Principe del Male aggredisce l’uomo? Cosa lo induce ad agire con un simile odio? E quale colpa abbiamo noi per essere costretti a subire una simile persecuzione?Per rispondere a tali domande non posso esimermi dal considerare l’alba dell’uomo, in cui il peccato Adamico e gli avvenimenti che lo riguardano, sono il senso compiuto per cui ogni cosa accade. 

In questo libro spiegherò come avviene la battaglia che attenta alla salute dell’anima. Spiegherò come e dove si manifesta e come difendersi. E di battaglia si tratta, potete credermi: una lotta cruenta, violentissima, che avviene in più livelli nei quali il corpo non ne è che l’ultima appendice. Se voi poteste immaginare, anche solo per pochi istanti, il valore che rappresentate per l’universo. Se solo voi poteste vedere quante forze spirituali sono in gioco per vigilare e salvaguardare il vostro percorso, allora capireste e non avreste più dubbi. Queste forze nel libro verranno identificate, affinché le due parti antagoniste possano essere riconosciute e affrontate. 

A tal riguardo ho diviso l’opera in tre parti:

La prima parte è dedicata all’origine.

La seconda all’identità animistica.

La terza parte è riservata al TIY, in cui i concetti e le tecniche, traducono nella pratica l’astrattezza di un principio altrimenti solo ideativo.

Che la verità sia con voi.

Enrico Popolo